Per chi gestisce un’azienda o è un libero professionista, l’idea di un’ispezione fiscale è un pensiero che può generare molta ansia e molta paura. Tuttavia, è importante affrontare questa situazione con calma e preparazione perché non sempre le ispezioni fiscali portano a gravi conseguenze.
In questo articolo, saranno forniti alcuni consigli utili su come affrontare al meglio un’ispezione fiscale, riducendo lo stress e garantendo una preparazione adeguata.
Regola numero uno: mantenere una documentazione accurata
Un modo efficace per essere sempre pronti ad affrontare un’ispezione fiscale è quello di mantenere la documentazione relativa, contabile e gestionale, sempre in modo accurato e organizzato.
È fondamentale conservare in modo corretto e facilmente accessibile tutte le ricevute, le fatture, i documenti contabili e altri registri finanziari. Questa pratica aiuta a dimostrare rapidamente, in caso di controllo, la correttezza, la trasparenza e l’accuratezza delle operazioni finanziarie effettuate, sia se la verifica avviene in sede aziendale che non.
Se si hanno difficoltà nell’organizzare la documentazione o nel tenere traccia dei registri finanziari, è consigliabile valutare l’utilizzo di software di contabilità o consultare un commercialista professionista che si renda di supporto in questa attività di archivio di tutti i documenti, fermo restando che tale attività resta un dovere del professionista o comunque dell’azienda e non del commercialista.
Tali strumenti o professionisti possono aiutare a mantenere i documenti in ordine e a rispettare le scadenze fiscali. Nel caso del software in molti casi si riesce anche rapidamente a individuare eventuali errori di calcolo che hanno generato il sospetta e quindi il controllo da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Regola numero due: conoscere le leggi fiscali applicabili in vigore
Un aspetto cruciale per affrontare con successo un’ispezione fiscale è conoscere le leggi fiscali applicabili al proprio settore e alla propria attività. È importante essere aggiornati sulle leggi tributarie e sulle norme contabili vigenti per evitare potenziali sanzioni o errori nella conformità fiscale.
Mantenere una comunicazione regolare con un commercialista o un consulente fiscale può essere di grande aiuto e non è un consiglio così scontato perché troppo spesso si tende a contattare il professionista solo quando c’è qualche cosa che non va o di poco chiaro. I consulenti contabili sono però in grado di fornire informazioni aggiornate sulle leggi fiscali e guidare nella preparazione per un’ispezione eventuale. Collaborare con un esperto in materia fiscale può fornire la tranquillità di essere adeguatamente preparati per affrontare qualsiasi questione che possa sorgere durante l’ispezione.
Un esempio di legge fiscale vigente di cui pochi tengono conto?
Contrariamente a quanto si crede, la visita fiscale nella sede di un’azienda può essere eseguita anche in assenza del titolare. La questione è diversa se parliamo di un lavoratore autonomo. In tal caso una verifica in sua assenza è assolutamente impossibile.
Regola numero tre: preparare una squadra di supporto
Soprattutto in azienda, proprio per il motivo riferito nel precedente paragrafo della possibilità dell’avvento di un’ispezione in azienda in assenza del titolare, è importante circondarsi di una squadra che sappia cosa fare in questa eventualità senza generare problemi ulteriori.
È consigliabile creare una squadra di supporto composta da professionisti qualificati, come commercialisti o avvocati specializzati in diritto tributario. Questi professionisti possono offrire consulenza e assistenza durante l’intero processo di ispezione.
La scelta della squadra di supporto adeguata dipende dalla complessità delle proprie operazioni finanziarie e dall’entità dell’ispezione fiscale.
Il controllo fiscale è così frequente?
La risposta alla domanda è, in generale, no. Un libero professionista potrebbe non ricevere mai un controllo fiscale in tutta la sua vita lavorativa, soprattutto se effettua accuratamente tutte le procedure burocratiche e contabili che gli sono richieste. Lo stesso vale per un’azienda anche se nell’ultimo periodo è innegabile che i controlli si siano intensificati per combattere l’increscioso fenomeno dell’evasione fiscale.
La metodologia utilizzata per il controllo fiscale varia in base al singolo caso e solitamente è generata dall’individuazione di irregolarità numeriche e documentali. Gli strumenti a disposizione dell’autorità sono vari (verifiche, ispezioni, accessi, richieste di documenti, questionari, ecc.) e comprendono controlli automatizzati, contraddittori e attività istruttorie esterne.
La motivazione principale per i controlli fiscali è la dichiarazione dei redditi. Soprattutto per coloro che possiedono diverse proprietà o fonti di reddito, è molto probabile ricevere a casa una notifica di pagamento, ovvero un documento che richiede ai contribuenti di saldare i debiti verso gli enti creditizi. Ciò può dipendere da un calcolo errato o da una dichiarazione falsa, anche involontariamente falsa, generata magari da un’errata conoscenza delle leggi in vigore. Un altro caso molto comune è il mancato pagamento delle imposte dichiarate autonomamente. In pratica, il contribuente invia una dichiarazione dei redditi correttamente compilata, ma poi non adempie all’obbligo di pagamento.
Un’altra situazione che può generare un controllo è quella determinata dall’accertamento sintetico, cioè il così detto redditometro. Il controllo si attiva quando ci sono delle evidenti incongruenze fra ciò che viene dichiarato e i reali possedimenti del soggetto.
Questi i principali casi di accertamento: seguendo i tre consigli riferiti è molto probabile che le conseguenze di un’eventuale verifica saranno gestibili se non nulle.
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