La tassazione degli investimenti finanziari è un tema complesso ma fondamentale per chi desidera ottenere rendimenti ottimali rispettando le normative vigenti. In questo articolo, esamineremo come funziona il sistema di tassazione in Italia nel 2025, affrontandone gli aspetti principali.
Che tipi di investimenti vengono tassati in Italia?
In Italia, l’imposizione fiscale sugli investimenti varia a seconda della tipologia di strumento finanziario:
- Aliquota del 26%: Applicata alla maggior parte dei redditi di capitale, come azioni, obbligazioni, fondi comuni e derivati. Ad esempio, un profitto di 100€ genera un’imposta di 26€.
- Aliquota del 12,5%: Riservata ai titoli di stato italiani e a quelli di paesi nella white list con scambio di informazioni adeguato. Questa agevolazione non si applica ai titoli emessi da stati esterni alla white list.
Un elemento chiave da ricordare è che le tasse vengono calcolate solo sui profitti realizzati. Se quindi si subisce una perdita, non si ha alcun obbligo fiscale.
Oltre alle imposte sui profitti, è importante considerare:
- Imposta di bollo: Applicata sugli strumenti finanziari custoditi presso banche o broker. L’aliquota è dello 0,2% sul valore complessivo del portafoglio.
- Imposte locali: Talvolta applicate in base alla residenza fiscale.
Tasse sugli investimenti: quando si pagano?
Le imposte sugli investimenti devono essere versate entro determinate scadenze, come accade per qualsiasi imposta. Si devono prendere in considerazione i seguenti periodi e date di riferimento:
- Periodo fiscale: Dal 1° gennaio al 31 dicembre di ogni anno.
- Pagamento delle imposte: Entro il 30 settembre dell’anno successivo a quello in cui sono stati realizzati i profitti.
Ad esempio, per i guadagni ottenuti da investimenti finanziari nel 2024, le imposte dovranno essere versate entro il 30 settembre 2025. Tuttavia, le tasse si applicano solo al momento della vendita dell’investimento. Se un titolo viene mantenuto e non venduto, non si è tenuti a pagare nulla, ma la proprietà del titolo deve essere obbligatoriamente dichiarata.
Ci sono differenze tra differenti tipi di regime fiscale?
La risposta è sì: è necessario fare una distinzione tra regime dichiarativo e regime amministrativo.
Esaminiamoli brevemente:
- Regime Dichiarativo: in questa tipologia di regime, il contribuente è responsabile della dichiarazione e del pagamento delle imposte.
- Regime Amministrato: è l’intermediario finanziario a fungere da sostituto d’imposta, calcolando e trattenendo automaticamente le imposte al momento della realizzazione del profitto.
Comprendere la tassazione sugli investimenti è essenziale per ottimizzare i rendimenti e adottare comportamenti sempre a norma di legge. Sia che si scelga il regime dichiarativo o amministrato, è fondamentale valutare attentamente le opzioni disponibili e consultare un professionista per evitare errori e cogliere opportunità fiscali.
La gestione contabile e delle finanze non è un’attività da sottovalutare, soprattutto se si sceglie di investire in strumenti finanziari.
Per continuare ad approfondire l’argomento continua a seguire il blog di Studio Associato Finetti. A febbraio parleremo più nel dettaglio di regime dichiarativo e regime amministrativo.