Come abbiamo visto nell’articolo ” La quarta rivoluzione industriale: il fenomeno della digital transformation. ” oggi non è più possibile sfuggire a tutti quei cambiamenti nei processi produttivi tipici della trasformazione digitale, anche nel così detto settore pharma.
Nell’ambito farmaceutico questi cambiamenti epocali stanno avendo un impatto consistente, aumentandone notevolmente performance e potenziale di sviluppo.
Ciò perché le nuove I.C.T. si sposano perfettamente con gli obiettivi di questo comparto.
Il settore farmaceutico italiano: alcuni dati
La farmaceutica è un patrimonio industriale italiano di grandissimo valore.
Oggi le imprese del settore pharma finanziano il 90% della ricerca scientifica in Italia.
Il dato parzialmente criticabile se ci si abbandona alle polemiche sempre accese sul dominio potenziale di Big Pharma ma, oggettivamente, il giudizio sembra alquanto gratuito se si analizzano esclusivamente i dati epidemiologici ed economici.
Il farmaceutico italiano è un ambito in grande salute che genera un giro di affari molto positivo, oltre che valore sociale, scientifico, occupazionale e terapeutico.
Come attestato in una pubblicazione del 2018 di Carlo Riccini, del Centro Studi Farmindustria di Roma, negli ultimi 50 anni in Italia l’aspettativa di vita è cresciuta di 1 mese ogni 4, soprattutto grazie al contributo della pharma industry.
L’83% del miglioramento dell’aspettativa di vita dei pazienti con diagnosi di cancro si deve ai nuovi farmaci.
L’Epatite C, sempre grazie alle pharma industries, è diventata una patologia curabile.
Anche la progressione dell’HIV è stata notevolmente rallentata grazie a medicinali appositi di recentissima scoperta.
Dati impensabili ed inimmaginabili solo pochi decenni fa.
Pharma 4.0: quale impatto dalla quarta rivoluzione industriale.
I dati precedentemente esposti sono evidenti successi di un settore sorprendentemente florido.
La rivoluzione 4.0 è un’ulteriore opportunità di crescita che nel farmacologico può avere un impatto positivo ancora più massiccio e consistente rispetto ad altri ambiti.
La digitalizzazione sta iniziando ad influenzare, e lo farà sempre di più, tutte le fasi dell’attività dei pharma groups.
Nella ricerca sta implementando la capacità di raccogliere, incrociare e processare dati, aprendo nuove strade anche ad ipotesi scientifiche impossibili da esplorare in precedenza.
La produzione risulta anch’essa implementata, sia per quanto riguarda il ” farmafacturing” che la pharma logistic.
Grazie all’invenzione di pharma device e pharma apps, anche l’accesso ai pazienti e dei pazienti alle cure si sta sviluppando in modi completamente nuovi.
Ne è un esempio la diffusione rapidissima, nel follow-up della patologia diabetica, del monitoraggio glicemico attraverso wearable.
Si stima che il 60% dell’attività di monitoraggio professionale della salute, in Europa, avvenga tramite dispositivi mobili indossabili.
Quali prospettive in Italia?
Nonostante il diffuso disfattismo, si può affermare con una certa sicurezza che l’Italia stia sviluppando un modello personale d’eccellenza di Pharma 2.0.
Il settore ha registrato sia a livello Extra- che Intra-europeo, risultati brillanti.
+ 73% dell’Export dal 2010 al 2017.
+21 % nella produzione manifatturiera specializzata.
La penisola è diventata hub internazionale nell’industria di medicinali, prodotti nutraceutici, vaccini.
Secondo la Federazione Internazionale del settore (Efpie) è il 1° paese UE in questo ambito.
Questo risultato è dovuto certamente all’adozione di una strategia basata su capitali misti, in parte esteri ed in parte italiani, ma è anche dovuta certamente all’innovazione.
La quasi totalità delle imprese italiane del pharma ha rinnovato completamente i propri impianti negli ultimissimi anni.
L’88% delle industrie sta adottando tecnologie di livello 4.0 per la produzione.
Questi cambiamenti hanno permesso agli imprenditori di ottimizzare non solo i processi, ma anche la qualità dei prodotti, di ridurre gli spazi e gli sprechi energetici.
Da sottolineare i mutamenti nella ricerca, che in Italia si è specializzata nelle biotecnologie, negli emoderivati, nei farmaci orfani, nella medicina di genere.
E adesso, dicci la tua opinione!
Siamo insomma un paese all’avanguardia.
Dal 2018 al 2022 si prevede che le imprese del pharma bio investiranno circa 1000 miliardi di dollari a livello globale proprio in innovazione.
Le scienze della vita sono quindi ancora un’onda in crescita, con enormi potenzialità, da cavalcare in un’ottica moderna ed ipertecnologica.
Tu cosa ne pensi ? Lavori o hai un’impresa nel settore farmaceutico?
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Per approfondimenti: Riccini, C. (2018); Next generation pharma: le imprese del farmaco e la trasformazione digitale. Medic 2018; 26(2): 12-18