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9 caratteristiche che distinguono un leader da un semplice “capo”.

I termini leader e capo vengono spesso utilizzati come sinonimi, ma in realtà definiscono due figure e due personalità molto diverse fra loro.

Il termine “capo” infatti è spesso associato ad una figura negativa, che non viene realmente rispettata e/o amata dai propri dipendenti e collaboratori, ma che attraverso l’autorità, non l’autorevolezza, impone loro il suo volere.

Il leader invece è una figura molto diversa. Spesso apprezzato dalla quasi totalità dei collaboratori è una persona capace di motivare e di arricchire (in senso economico ma anche umano). Ma quali caratteristiche psicologiche e pratiche deve avere un individuo per diventare ed essere un vero leader e non un semplice “capo”?

Chi è il leader

L’enciclopedia Treccani definisce il leader ” Capo di un partito, di un movimento d’idee, di un’organizzazione, di un gruppo” ma come già riferito ciò non basta. Nel linguaggio comune è infatti emersa un’accezione positiva legata alla parola “leader” che invece non è propria del termine “capo”.

Il leader è una persona capace di trasmettere rispetto, stima, armonia, fiducia e comunicazione efficace e per tali motivi viene eletto, anche tacitamente, senza formalismi, guida di un’azienda o di un’organizzazione di qualsiasi tipo.

Non è semplice essere un leader o semplicemente diventarlo, perché ciò comporta l’adozione di comportamenti specifici, a volte anche innaturali in un primo momento, e alcune caratteristiche comportamentali e psicologiche che devono necessariamente essere presenti e non indotte nella psiche della persona.

Ma quali?

Un leader deve essere:

  1. un comunicatore efficace
  2. capace di prendere decisioni molto difficili
  3. in grado di delegare
  4. capace di riconoscere senza eccessiva invidia o astio il successo ed il valore dei propri dipendenti e collaboratori
  5. motivante ed ispiratore
  6. sicuro di sé e delle proprie idee e competenze
  7. realmente competente in molti ambiti così da poter guidare i propri dipendenti o difendersi dai detrattori
  8. in grado di ascoltare
  9. autentico

Da questo breve elenco si comprende la difficoltà del diventare un leader efficace, anche perché molte di queste caratteristiche sembrano appartenere ad una visione utopica dell’essere umano. In parte è così, ma per essere un vero leader è necessario formarsi giorno dopo giorno per tendere a queste caratteristiche, anche se a volte sembra troppo difficile porle in essere.

Tutte le guide anche più note, ad esempio Steve Jobs, hanno avuto i propri detrattori dopotutto, ma la loro linea di comportamento si è mostrata coerente alle caratteristiche sopra elencate nelle situazioni lavorative nelle quali erano necessarie.

Perché si dice “leader”

Anche dal punto di vista etimologico il termine “leader” è in effetti un’evoluzione del capo, perché è capace di “trascinare” con sé le masse e le menti, come dice il verbo inglese “to lead”, trascinare, guidare.

La parola ha cominciato infatti ad essere utilizzata in associazione all’ambito politico intorno agli anni ’30 dell’800 e solo in seguito ha allargato il proprio utilizzo all’ambito aziendale e organizzativo più ampio.

Come i valori di un partito politico devono essere condivisi dai suoi membri, ed il leader di partito è fondamentale nella riuscita di questa condivisione, anche il leader dell’azienda deve indurre una condivisione di valori e della visione.

Ecco perché Steve Jobs, Larry Page, Giorgio Armani, Walt Disney, Nelson Mandela e via dicendo sono diventati esempi lampanti dell’essere leader: perché avevano valori ed una visione, nei loro singoli campi, capace di trascinare soggetti affini così da permettere la realizzazione di qualcosa di grande.