Oggi, in Italia, esiste un’importante norma definita “antiriciclaggio”, che ha lo scopo di contrastare questa forma di reato nel nostro paese: il D.lgs. 231/2007. La normativa si rivolge a numerosi soggetti , tra i quali figurano promotori finanziari, società fiduciarie, revisori contabili, professionisti e molti altri e comporta degli obblighi specifici per tutti questi soggetti. Vediamo i dettagli di questa norma così importante che riguarda molto da vicino tutti i soggetti economici, imprese comprese.
Cosa disciplina il D.lgs. 231/2007
Il d.lgs. 231 del 2007 aggiornato al 2019 è una norma che ha come scopo la prevenzione del riciclaggio di denaro, beni o altri utili e la repressione in Italia di tale reato in collaborazione con le autorità internazionali.
Il reato di riciclaggio è previsto dall’articolo 648 bis del Codice Penale italiano ed è alla base della norma.
Cosa comporta la legge e come si attua?
In primis, il decreto legislativo 231 del 2007 obbliga banche, assicurazioni, intermediari finanziari ed altri professionisti legati in qualche modo al mondo del denaro e degli investimenti a rispettare specifiche regole e disposizioni per non incorrere in accertamenti.
Il dlgs 231 07 recepisce in Italia una direttiva europea, la 2018/843.
Perché una normativa antiriciclaggio
Il riciclaggio di beni o denaro, come ben noto, consiste nell’investimento di capitali di vario genere ottenuti da attività illecite in attività lecite, così da “ripulirli ” e reinserirli nei circuiti del mercato legale.
Ma a quali macro-conseguenze porta il riciclaggio?
Le principali sono la distorsione dell’economia legale, alterandone profondamente i meccanismi di funzionamento (e ciò dovrebbe interessare molto alle imprese di ogni tipo) e un rallentato sviluppo economico dei paesi nei quali il riciclaggio avviene.
Due conseguenze gravissime, particolarmente sentite e gravi in Italia anche, ma non solo, a causa della presenza della criminalità organizzata.
A chi sio rivlge il D.lgs.231/2007?
I destinatari della norma sono:
-
Promotori finanziari
-
Società Fiduciarie
-
Intermediari assicurativi
-
Agenti assicurazione vita plurimandatari; mediatori; broker
-
Mediatori creditizi iscritti all’albo
-
Agenti in attività finanziaria iscritti all’elenco di cui al D.Lgs.374/99
-
Intermediari assicurativi ramo danni
-
Alcuni specifici professionisti
-
Revisori contabili
-
Altri soggetti esercenti
Tutti questi devono adempire ad alcuni obblighi.
Cosa prevedono le norme antiriciclaggio in Italia
La 231 2007 è una norma che impone ai suoi destinatari (suddetti) degli obblighi precisi di collaborazione con le autorità di controllo dello stato, che possono essere di due tipologie:
- Collaborazione passiva
- Collaborazione attiva
La collaborazione passiva consiste nel conoscere approfonditamente i propri clienti, conservando in maniera scrupolosa tutti i documenti che li riguardano. Potremmo definire questa fase collaborazione “preventiva”.
La collaborazione attiva invece è più legata alla segnalazione di situazioni anomale. Queste devono essere inviate ad un organo chiamato UIF.
L’operazione sospetta è di fatto qualsiasi situazione che genera un dubbio di illecito nell’operatore. Meglio sempre segnalare che non.
Come rispettare la normativa di riferimento antiriciclaggio
I punti da adempire nella norma sono numerosissimi perciò risulta indispensabile rivolgersi ad un consulente esperto.
Gli obblighi possono comunque essere raggruppati in 4 categorie:
-
obblighi di adeguata verifica della clientela (artt. 15-35 )
-
obblighi di registrazione (artt. 36 – 40)
-
obblighi di segnalazione ( artt. 41 – 48)
-
misure ulteriori, tra cui rilevano le limitazioni all’uso del contante e dei titoli al portatore (art. 49) ed il divieto di conti e libretti di risparmio anonimi o con intestazione fittizia (art. 50).
Per maggiori informazioni o per una consulenza contatta i nostri uffici.