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Il dilemma dell’amministratore: TFM o non TFM?

TFM - studio associato finetti

Quello dell’adozione del trattamento di fine mandato (TFM) è uno degli argomenti più dibattuti all’interno delle società. Spesso si pone il dilemma se includere o meno questa forma di compenso aggiuntivo nella nello statuto della società.

In questo articolo, faremo chiarezza su cosa sia il TFM, come funziona e quali sono i pro e i contro di questa scelta per amministratori e aziende.

Cos’è il TFM?

Il TFM è un compenso aggiuntivo che può essere erogato agli amministratori al termine del loro incarico.

Non è disciplinato da una norma specifica, ma deriva da un’interpretazione degli articoli 2120 e 2364 del Codice Civile. Per poter essere applicato, deve essere previsto dallo Statuto aziendale e deliberato dall’assemblea dei soci, con una data certa a supporto.

A differenza del trattamento di fine rapporto (TFR) dei dipendenti, il TFM non ha regole fisse per la sua quantificazione, lasciando spazio a una negoziazione libera tra le parti.

Tuttavia, è consigliabile non superare il 20-30% del compenso annuo dell’amministratore.

TFM: quali vantaggi ha per le società?

Per le aziende, il TFM può rappresentare un importante vantaggio fiscale, in quanto è una voce di costo che può essere dedotta al pari del TFR dei dipendenti. Ogni anno, l’importo accantonato a titolo di TFM può essere iscritto in un apposito fondo.

Se si sceglie di inserirlo nel proprio Statuto, ogni anno il TFM deve essere accantonato in un fondo apposito.

Le aziende possono anche scegliere di accantonare il TFM tramite una polizza assicurativa. In questo caso, si possono adottare due diverse configurazioni:

 

  • La società è sia contraente che beneficiaria della polizza.
  • La società è contraente, ma il beneficiario è l’amministratore.

La scelta del metodo di accantonamento incide anche sulle scritture contabili e sull’esborso finanziario dell’azienda.

TFM e agevolazioni fiscali

Il trattamento di fine mandato (TFM) offre un’interessante opportunità per l’amministratore, soprattutto dal punto di vista fiscale. Infatti, se l’accordo che prevede il TFM viene formalizzato con una data certa prima dell’inizio dell’incarico, l’amministratore può beneficiare della cosiddetta tassazione separata.

Questo significa che il compenso aggiuntivo sarà tassato non in base al reddito dell’anno in cui viene percepito, ma sulla media dei redditi degli ultimi due anni. Questo meccanismo può risultare vantaggioso, poiché permette di evitare una tassazione troppo elevata, in caso di un’alta retribuzione in quell’anno specifico.

Per garantire la validità di questa agevolazione, è fondamentale che la delibera che sancisce il TFM abbia una data certa. Questo può essere ottenuto, ad esempio, tramite l’estratto notarile del libro delle delibere, l’invio della delibera tramite raccomandata all’amministratore, oppure la registrazione del documento presso l’Agenzia delle Entrate.

Non solo l’amministratore trae vantaggi da questa agevolazione: anche per l’azienda, il TFM risulta fiscalmente conveniente. Ogni accantonamento annuo può infatti essere dedotto, riducendo così l’imponibile fiscale. Questo consente alla società di pianificare in maniera strategica i propri costi, sfruttando un regime fiscale vantaggioso e distribuendo gli oneri su più anni.

Il TFM quindi conviene?

Il trattamento di fine mandato offre interessanti vantaggi fiscali e previdenziali sia per l’amministratore che per l’azienda. Nonostante ciò, data la libertà di negoziazione e la complessità delle normative fiscali e previdenziali, è fondamentale valutare attentamente se includere il TFM nelle politiche retributive della propria azienda.

La decisione tra TFM o non TFM richiede un’analisi ponderata delle esigenze aziendali e delle opportunità per l’amministratore, sempre tenendo conto dei profili fiscali e dei costi di gestione.

Se hai bisogno di supporto nel valutare come approcciare questa scelta puoi contattarci.