Le nuove tecnologie, tra le quali spicca la blockchain, hanno modificato nettamente il modo di comunicare, acquistare e stare online, influenzando nettamente anche l’economia mondiale. La comparsa delle criptovalute ad esempio ha evidenziato la necessità di aggiornare le norme economiche nazionali ed internazionali, per regolamentare un vero e proprio nuovo modo di pagare, arricchirsi ed investire.
Oggi le criptovalute vengono considerate monete vere e proprie ed i profitti realizzati attraverso il loro scambio o gli investimenti relativi vengono tassati. Vediamo come dichiarare il possesso di queste valute, come dichiarare le plusvalenze ottenute dal loro possedimento e quali vantaggi o svantaggi è possibile trarne.
Cosa sono le criptovalute
Le criptovalute sono semplicemente monete virtuali, alternative in quasi tutto a quelle tradizionali.
Nascono da un’applicazione della blockchain e sono equiparabili, ai fini fiscali, a qualsiasi valuta straniera.
Non vengono emesse, anche se il termine in questo casa è improprio, da banche centrali e sono possedute in uno o più “e-wallet”, portafogli digitali in lingua italiana.
Il termine criptovalute esplicita la natura di questa tipologia di monete. Cripto infatti sta per nascosto, nel senso che la moneta ed i suoi movimenti possono essere visualizzati ed analizzati solo conoscendo un determinato codice informatico. È il meccanismo di funzionamento della blockchain: ne abbiamo parlato nell’articolo Blochchain: cos’è?
Le criptovalute hanno delle caratteristiche specifiche che ne determinano poi l’utilizzo concreto ed il trattamento fiscale.
Rispondono ad un “protocollo” che decide come possono essere scambiate. Ogni movimento che riguarda la valuta viene salvata in un “libro mastro”. Inoltre possono essere scambiate e analizzate da una rete decentralizzata di partecipanti.
Chiunque, conoscendo il giusto processo, può creare ipoteticamente la propria valuta digitale.
Le criptovalute sono equiparabili a banconote e monete?
Le criptovalute vengono equiparate a qualsiasi altra valuta straniera perciò ai fini fiscali devono essere segnalate nel rigo RW1 nella colonna 3 con il codice 14 “altre attività estere di natura finanziaria e valute virtuali”.
Producono infatti, come le valute estere, redditi imponibili in Italia.
Da questo consegue l’obbligo di dichiarazione. C’è però un’eccezione a questa regola. Se le criptovalute vengono detenute esclusivamente in un circuito nazionale non è necessario dichiararne il possesso, ma solo le eventuali plusvalenze quando superano i 51.645,69 euro totali.
Un valore abbastanza elevato.
Ci sono vantaggi fiscali nell’investire in criptovalute?
A parte l’eccezione già citata nel paragrafo precedente, non ci sono reali vantaggi fiscali nel detenere criptovalute, tantomeno detrazioni.
Vi sono altre tipologie di vantaggi, non prettamente fiscali, nell’investire in queste monete. Queste infatti non sono sottoposte agli incentivi legati a banche e governi. Sono poi un potenziale strumento di inclusione finanziaria perché potenzialmente più veloci delle monete nazionali ed efficienti nelle rimesse esterne.
Tassazioni
La tassazione delle criptovalute riguarda principalmente le plusvalenze. Queste, quando vengono realizzate e cambiate in euro, cioè moneta nazionale italiana, vengono assoggettate ad una tassazione del 26%.
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