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Elon Musk: missione Marte. Le imprese spaziali di un imprenditore visionario.

spaceX elon musk - marte

L’annuncio è di pochi giorni fa. Elon Musk vuole tornare sulla Luna ed andare su Marte… personalmente e per restarci.

E non vuole farlo nel lungo periodo, aspettando lo sviluppo graduale e spontaneo delle nuove tecnologie, ma fra appena 2 anni!

Lo ha dichiarato, con il suo solito fare sicuro e sprezzante, in un’intervista esclusiva alla CBS News.

L’affermazione potrebbe essere considerata quasi risibile se a farla fosse un qualsiasi appassionato di fantascienza ed ingegneria spaziale, ma stiamo parlando di Elon Reeve Musk: l’uomo con un patrimonio da 20,3 miliardi di dollari, prodotto in poco più di 20 anni.

L’imprenditore ha già in passato rinnovato l’universo (è il caso di dirlo) dell’ingegneria spaziale.

Ora pare proprio che abbia i mezzi fisici e tecnologici per risolvere le numerose problematiche quotidiane della vita nello spazio.

Elon Musk e l’ingegneria spaziale

L’avventura dell’imprenditore sudafricano nelle tecnologie spaziali  ha avuto inizio nel 2002, in seguito alla vendita miliardaria ad eBay della sua PayPal.

Un uomo comune, dopo un colpo di circa 1,5 miliardi di dollari avrebbe probabilmente scelto di ritirarsi a vita privata per godersi il sole delle esclusive spiagge di Yonaha Maehama.

Ma le grandi imprese non sono mai per uomini nella media.

Musk ha reinvestito il ricavato dalla vendita di PayPal nella Space Exploration Technologies Corporation, meglio nota come SpaceX.

La SpaceX è oggi un’azienda leader mondiale nella produzione di veicoli spaziali iper-moderni, adottati anche dalla NASA.

I prodotti della compagnia statunitense si dividono principalmente in 2 categorie: i veicoli per il trasporto orbitale di merci ed i razzi parzialmente riutilizzabili.

Il trasporto di merci (in futuro pare anche persone) è permesso da veicoli Dragon, capsule orbitali, anch’esse riutilizzabili, progettate già dalle origini per resistere alle condizioni atmosferiche dell’orbita lunare e di quella marziana.

Il decollo dei Dragon è affidato invece ai razzi Falcon, alimentati a ossigeno liquido e RP-1 (una tipologia di cherosene).

Dal 2010 la SpaceX collabora con la NASA al programma Commercial Resupply Services, diventato una partnership regolare nel 2012.

Il sogno di una missione sulla Luna e su Marte probabilmente nasce per Musk nel 2010, in seguito al contratto commerciale di trasporto persone Commercial Crew Development – CCDev.

La SpaceX allora fu scelta, dalla NASA, perché fra i suoi progetti poteva vantare l’esistenza di un nuovo dispositivo di salvataggio spaziale chiamato Launch Escape System.

L’accordo era stato favorito dal fatto che nel 2005 i sistemi Shuttle erano stati ritirati per questioni di sicurezza, rendendo di fatto molto più complesse le missioni NASA.

Una promozione spaziale : il lancio della Tesla Roadster

Elon Musk è un uomo che di certo non si fa scrupolo a far parlare di sé, soprattutto se le sue idee servono a lanciare un nuovo prodotto.

Nel 2018, in occasione dell’uscita sul mercato della nuova Tesla Roadster, veicolo completamente elettrico dalle linee lussuose ed eleganti, fece posizionare una delle automobili del modello all’interno di una capsula Red Dragon.

La lanciò in diretta nello spazio con un razzo Falcon Heavy, con l’autoradio accesa su un loop di Life on Mars di David Bowie.

Colpo ad effetto con un probabile messaggio in codice: Elon già pensava a trasferirsi su Marte.

Perché Elon Musk vuole andare su Marte e sulla Luna

operai space x al lavoro sul razzo per marte - elon musk

Il 2019 è stato, per l’imprenditore sudafricano, un anno tutto dedicato ai test preliminari per il volo verso l’orbita marziana.

Uno degli obiettivi raggiunti più degni di nota è stata l’accensione, nel Febbraio 2019 del nuovo potentissimo motore Raptor a metano ed ossigeno liquido (LOX).

Il Raptor ha 3  volte la spinta del motore Merlin, il quale alimenta il 1° stadio del comune Falcon.

Nell’Aprile è invece stata testata per la prima volta la Starhopper, una delle porzioni costitutive del razzo che il CEO di SpaceX sogna di portare nell’universo: il Super Heavy.

Il Super Heavy sarà un razzo con 11 motori Raptor , sul quale la SpaceX pone le proprie speranze per la concreta realizzazione di viaggi turistici oltre l’orbita terrestre.

Musk insomma vuole colonizzare, se non l’universo, almeno i pianeti vicini alla terra. E lo dice con chiarezza e senza pudore.

Nell’ultima intervista rilasciata pochi giorni fa alla CBS News ha affermato testualmente: ” devo assicurarmi che l’obiettivo sia rendere la vita multi-planetaria.”.

Vita nello spazio: il progetto e le soluzioni.

La corsa allo spazio in realtà è storia vecchia, e Musk non ha inventato nulla.

L’imprenditore sudafricano però è innovativo nei mezzi di attuazione del sogno spaziale, ed anche nelle tempistiche di realizzazione.

Vorrebbe arrivare sulla Luna ed anche su Marte nei prossimi 8 – 10 anni, partendo con il primo lancio dei suoi nuovi super-razzi nel 2021.

L’arrivo sul pianeta rosso sarebbe solo l’inizio.

In un’intervista del 2018 all’HBO il CEO ha annunciato di voler creare una vera colonia extraterrestre, una ” via di fuga dalla terra per ricchi”.

Sorvolando sull’elitarismo del progetto, provocatorio come molti altri di Musk, ciò che preoccupa i più realisti sono le attività quotidiane della colonia: mangiare, respirare, insomma, sopravvivere.

Nell’intervista alla HBO, l’imprenditore non si dichiara impensierito da queste cose, anzi.

Le soluzioni sono già esistenti: coltivazioni idroponiche (senza terreno), pannelli solari ed una grande capsula pressurizzata ad atmosfera modificata.

Perché preoccuparsi?

Conclusione

Probabilmente i tempi dichiarati dal CEO di SpaceX sono più una provocazione mediatica che una reale dichiarazione progettuale.

Ciò non toglie che ormai Elon Musk abbia dimostrato di saper oltrepassare largamente i limiti delle tecnologie moderne.

Non ci resta che attendere il primo lancio verso l’orbita marziana, mettendo da parte nel frattempo i 200.000 dollari necessari alla prenotazione di un posto d’onore sullo shuttle per il primo viaggio verso un futuro interplanetario.