In questi giorni, a causa dell’emergenza sanitaria internazionale, si parla molto di alcuni colossi del mercato cinese tra i quali certamente è da citare Alibaba.
Nel nostro paese si è discusso molto di questo leader del commercio online, dato che il cofondatore di Alibaba Group, Jack Ma, ha donato all’Italia 500.000 mascherine nel marzo 2020.
L’interesse nel nostro paese per il gruppo cinese è quindi aumentato, generando numerosi scenari economici possibili ed opportunità di business da esplorare (o evitare a seconda della visione) per chi ancora non ha preso seriamente in considerazione un mercato già ampissimo: quello orientale.
Cos’è Alibaba
Alibaba.com è una piattaforma e-commerce nata per favorire il contatto fra le aziende manifatturiere cinesi ed acquirenti di oltreoceano. E’ quindi nata come piattaforma B2B.
Oggi Alibaba è fortemente cambiato. E’ diventato un colosso del mercato internazionale quotato in borsa.
Vi appartengono numerose holding che ne arricchiscono i servizi, rendendolo molto diverso dal suo aspetto originario.
Chi ha inventato Alibaba
Il fondatore di Alibaba Group è Jack Ma.
Jack Ma è ad oggi uno dei miliardari cinesi più noti al mondo, con il suo patrimonio netto di circa 40 miliardi di dollari.
Forbes lo ha inserito nel 2017 nella top 3 degli uomini più ricchi della Cina.
La fortuna di questo imprenditore è arrivata nel tempo, proprio grazie all’e-commerce B2B Alibaba.com creato nel 1999.
Prima di iniziare la scalata al successo Ma era un rispettabile professore di inglese nella città cinese di Hangzhou.
Nato il 10 settembre 1964, durante la rivoluzione culturale cinese, aveva cominciato a imparare la lingua da autodidatta, ad appena 12 anni, per fare la guida turistica nella propria città.
Un vero esempio di partenza dal basso.
La conoscenza dell’inglese gli fornì, nel 1995, la possibilità di indossare le vesti dell’interprete a Seattle, per una delegazione commerciale.
Si può affermare che le radici di Alibaba Group nacquero in quel frangente.
La visita nella città statunitense lo colpì davvero profondamente, tanto da fargli richiedere poco dopo un prestito di 2000 dollari da investire nella creazione del suo e-commerce.
Un’idea visionaria e anche un salto nel vuoto dato che alle porte del XXI secolo quello degli e-commerce era un business ancora da esplorare.
Insomma, poteva andare molto male, con i dati disponibili allora. Ma è evidente che non è stato così.
Jack Ma comunque non fece tutto da solo. Alibaba Group nacque anche grazie alla collaborazione. Il noto imprenditore si unì a 18 soci per fondare e realizzare il suo progetto, raccogliendo un capitale totale di partenza di 60000 dollari.
Come funziona Alibaba
Come già riferito, Alibaba.com nacque come semplice e-commerce B2B.
Oggi ha una conformazione piuttosto diversa e complessa rispetto alle origini con oltre 40 categorie merceologiche suddivise fra i vari store, che si potrebbero definire senza problemi “sotto e-commerce”.
E’ costituito anche da vari sistemi commerciali per l’ottimizzazione delle trattative e il miglioramento della sicurezza negli scambi internazionali.
Taobao Marketplace è certamente il più grande degli store con ben 7 milioni di venditori ed è orientato direttamente al consumatore, come Amazon o e-bay. Al suo interno è presente una sottostruttura commerciale: Tmall.com
Tmall è pensato per la vendita garantita, infatti i venditori al suo interno sono autorizzati e certificati tramite controlli severi.
In questo store è possibile trovare grandi marchi di spessore come Burberry o Hugo Boss, senza alcun rischio di contraffazione, presente invece in Taobao Marketplace.
Tmall è rivolto principalmente ad acquirenti cinesi ed è diventato una vera e propria miniera d’oro per l’impresa di lusso in occidente dato che semplifica moltissimo il processo di scambio fra aziende occidentali e acquirenti orientali.
Fanno parte del gruppo Alibaba anche Alipay, servizio di pagamenti online in tutto simile a Paypal, Juhuasuan, piattaforma per le flash sales ed Alibaba Cloud computing (Alicloud).
Quest’ultimo in particolare è un servizio in cloud per le aziende, con 5 data center situati in 5 città cinesi tra le quali figura naturalmente Hong Kong.
I guadagni di Alibaba provengono quindi da un gran numero di attività di vendita, le quali prevedono sempre una percentuale sui profitti ritenuta dall’intermediario Alibaba Group. E’ così che l’e-commerce è riuscito ad arrivare ad una dimensione tale da essere quotato in borsa.
Come vendere e comprare su Alibaba e chi può farlo?
Nonostante la struttura così complessa, formata da milioni di acquirenti e venditori di grandi e piccoli marchi, le attività dell’ e-commerce possono essere divise in 2 categorie:
- Alibaba per le aziende
- Alibaba per i privati
Certamente il progetto di Jack Ma è nato per le imprese; principalmente per mettere in comunicazione le aziende orientali e occidentali in modo più rapido ed agevole.
Ma oggi anche un europeo o statunitense che desidera acquistare un singolo prodotto ad uso privato può tranquillamente farlo.
Si può infatti comprare su Alibaba senza partita IVA.
Basta selezionare la giusta categoria di iscrizione al momento della creazione dell’account nel sito.
Ci si può iscrivere come fornitore, come compratore o entrambi.
Alibaba in futuro
Oggi Jack Ma non è più alla guida di Alibaba Group. Ha rassegnato le dimissioni dalla presidenza del gruppo nel Settembre 2019. Ha lasciato le redini a Daniel Zhang, 47 anni, imprenditore ancora poco noto nonostante l’importante ruolo assegnatogli da Ma.
Data la pandemia, si potrebbe pensare che il nuovo presidente avrà una bella gatta da pelare nel mandare avanti i successi dell’impresa, ma i nuovi mercati che stanno iniziando ora a rivolgersi ad Alibaba Group come Asia sudorientale e India fanno pensare che il nuovo CEO ne uscirà illeso.
Anche perché la Jack Ma Foundation e l’Alibaba Foundation ci vedono lungo, e per aiutare nella lotta al covid-19 hanno finanziato progetti di ricerca per la realizzazione di una pubblicazione scientifica di alto livello, contenente dati verificati riguardanti i protocolli di cura più efficaci per il coronavirus, da distribuire gratuitamente agli ospedali in Cina. Una grande operazione senza scopo di lucro ma con un grosso impatto di immagine per l’impresa.
Insomma Alibaba non perde tempo e si butta sulla filantropia. E se un colosso del genere lo fa, forse non è una cattiva strategia copiarne l’esempio.