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Tutta la storia del canone TV RAI: come nasce e perché si paga anche oggi

By 9 Settembre 2022 No Comments
canone RAI - canone TV

Il canone TV RAI è una delle tasse forse meno comprese in assoluto dai cittadini italiani. Nato nel lontano 1938, oggi fa discutere per la sua reale attualità e utilità principalmente.

Ripercorriamo brevemente l’intera storia di questo canone così controverso e analizziamone alcuni aspetti fondamentali.

Breve storia del canone RAI

Un primordiale canone RAI fu istituito tramite il Regio Decreto numero 246 del 2 febbraio 1938 sotto il regime di Benito Mussolini.

La tassa originariamente serviva a finanziare la propaganda fascista e riguardava principalmente la radio, perché quella era un’epoca in cui, bisogna ricordarlo, le televisioni erano un lusso che solo le persone davvero molto abbienti potevano permettersi.

La maggior parte dei cittadini italiani possedeva solo apparecchi radiofonici.

Il Regio Decreto sopra citato divenne,  sempre nel ’38, l’ancora Legge n.880, il 4 giugno, introducendo in via stabile il nuovo tributo.

Quella sul canone RAI rimase in vigore come molte altre leggi, anche dopo la fine del regime fascista, differenziandosi negli anni con l’arrivo delle TV a basso costo poi a colori. Non fu eliminato neanche dal così detto decreto taglia-leggi del marzo 2010.

Dagli anni ’50 fino agli anni ’90 la differenziazione di importo del canone fra apparecchi a colori e non rimase. La tariffa dell’abbonamento TV, che in realtà abbonamento non è, fu unificata solo nel 1992.

Oggi al 2022, ancora resta quindi valida l’imposta secondo la disposizione qui di seguito:

«Chiunque detenga uno o più apparecchi atti od adattabili alla ricezione delle radioaudizioni è obbligato al pagamento del canone di abbonamento, giusta le norme di cui al presente decreto. »

– R.D.L. 21 febbraio 1938, n. 246 art. 1, in materia di “Disciplina degli abbonamenti alle radioaudizioni.”

Quindi, perché si paga il canone RAI ancora oggi?

Originariamente, come specificato dalla sentenza del 26 giugno 2002  n. 284 della Corte Costituzionale, il canone RAI era configurato come una specie di abbonamento, una tassa sull’usufrutto di un vero e proprio servizio statale.

Negli anni però ha ormai assunto la natura di vera e propria prestazione tributaria, quindi è diventata un’imposta, che dipende esclusivamente dalla detenzione di un apparecchio radio-televisivo e non dal fatto che un soggetto, nucleo familiare o attività commerciale o di altro tipo usufruisca effettivamente del servizio radiotelevisivo reso disponibile.

Perché quindi il canone TV RAI è obbligatorio?

Perché è un’imposta che non dipende dalla effettiva ricezione dei programmi RAI la cui legittimità è stata confermata dalla Corte Costituzionale e di Cassazione.

canone rai cosa finanzia - programmi rai

Cosa finanzia il canone RAI

Inizialmente questa tassa serviva a finanziare banalmente la propaganda fascista, ma oggi, ad anni ormai dalla fine della II Guerra Mondiale per cosa viene utilizzato?

Essendo un’imposta pubblica vera e propria il canone RAI finanzia le casse pubbliche dello Stato e viene utilizzato principalmente per la sovvenzione dei canali pubblici RAI, telegiornali e radiogiornali e tutte le trasmissioni e progetti di comunicazione di carattere pubblico, attuale e politico.

Finanzia tutti i programmi del così detto contratto di Servizio stipulato con il Ministero delle Comunicazioni.

Fra questi programmi e progetti anche i nuovi canali tematici della TV digitale.

Quando il canone RAI non è dovuto?

In linea generale il canone TV è un’imposta che devono allo Stato tutte le persone in possesso di un apparecchio televisivo .

Chi non ne ha uno non deve quindi pagarlo.

È esentato dal canone anche chi possiede solo un computer o un tablet ma non una TV, eppure con delle eccezioni.

Se computer e tablet sono dotati di sistemi per la ricezione, anche solo ipotetica, dei canali RAI, allora lo si deve comunque pagare.

Ma esiste anche una forma di esenzione per reddito.

Quale reddito per l’esenzione dal canone RAI?

Esistono dei requisiti reddituali ed anagrafici che permettono di essere esentati dal canone. Sono i seguenti:

  • aver compiuto 75 anni di età entro il termine per il pagamento del canone TV (attualmente il 31 gennaio e 31 luglio di ciascun anno).
  • non convivere con altri soggettidiversi dal coniuge, o dal soggetto unito civilmente, titolari di un reddito proprio, fatta eccezione per collaboratori domestici, colf e badanti.
  • possedere un reddito annuo che, insieme a quello del proprio coniuge (o del soggetto unito civilmente) non sia superiore a 8.000 euro.

Chiunque non rientri in questi requisiti è obbligato a corrispondere il canone RAI.

Canone RAI: cosa succede se non si paga?

Chi non paga il canone RAI è considerato dallo Stato un evasore, a causa della natura di imposta di questo tributo.

L’accertamento dell’avvenuto pagamento della tassa viene effettuato dall’Agenzia delle Entrate  e notificato con cartella di pagamento standard al non pagante.

Le sanzioni per mancato pagamento posso arrivare anche a 6 volte il valore del canone non corrisposto.

Meglio decisamente pagare, nonostante resti comprensibile un certo malumore del contribuente, data la natura apparentemente controversa della norma nella mente del cittadino italiano.

 


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