Il 3 marzo 2021 il MEF (Ministero dell’Economia e delle Finanze) ha emesso dei titoli di stato “green” per la prima volta nella storia d’Italia: i così detti green bond.
Come riferisce anche borsaitaliana.it le “obbligazioni verdi”, o Green Bond, sono “strumenti finanziari relativamente nuovi, ma che hanno conosciuto un tasso di crescita straordinario dal 2007 a oggi”. Ciò ha portato già nel 2020 altri paesi europei come Olanda, Svezia, Germania e Ungheria ad emettere i propri titoli di stato verdi aprendo la strada a tutti gli altri paesi dell’Unione.
L’Italia è stato il 10° paese in Europa ad emettere questa tipologia di obbligazioni, arrivando leggermente in ritardo rispetto ad altre realtà equivalenti.
Il BTP green è stato emesso nell’ambito del “Quadro di riferimento per le emissioni di titoli di Stato green (green bond framework)”, pubblicato il 25 febbraio 2021 dal MEF.
Approfondiamo assieme le caratteristiche di questi nuovi strumenti finanziari e le motivazioni della loro emissione, per comprendere anche se in futuro, quando sarà possibile, potrebbe valere la pena investire in questa tipologia di obbligazioni.
Cosa sono i green bond?
Le “obbligazioni verdi”, rilasciate dallo stato italiano per la prima volta questo marzo 2021, sono strumenti di finanza sostenibile appositamente pensati per la realizzazione del processo di transizione ecologica e per il raggiungimento degli obiettivi dell’accordo di Parigi 2015-COP21.
I green bond dovrebbero sostenere anche gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda ONU 2030.
È chiaro quindi che questi titoli di stato sono stati emessi per il rifinanziamento dei nuovi goals ambientali legati al tema della sostenibilità e riguardano strettamente il settore green, in enorme crescita negli ultimi 5 anni.
Per comprendere a pieno le ragioni dell’emissione di questi strumenti finanziari vale la pena ricordare brevemente la definizione di bond.
Bond è semplicemente il termine inglese che indica l’obbligazione. Le obbligazioni sono parti del debito di una società o di uno stato rappresentate da un titolo. Chi le acquista diventa creditore dell’ente che le ha emesse.
Quindi, se lo stato o la società non falliscono, chi possiede i bond deve ricevere un credito, con gli interessi indicati nel contratto, alla data indicata negli accordi di acquisto.
Anche i green bond italiani funzionano esattamente in questo modo. Quelli emessi il 3 marzo 2021 hanno come data di scadenza il 30 aprile 2045.
Chi può investire in green bond ?
Attualmente, l’emissione del green bond italiano è stata rivolta esclusivamente ad investitori di tipo istituzionale. Tra questi, le banche, le assicurazioni, i fondi comuni di investimento, i fondi pensione e naturalmente gli enti pubblici.
Sono statie rilasciate obbligazioni green per 8,5 miliardi di euro in questa prima tranche. La domanda è stata maggiore di 80 miliardi di euro. Un segnale di enorme interesse.
I piccoli e grandi risparmiatori privati potranno acquistare i BTP green solo al termine di questa prima fase di emissione e stabilizzazione dei nuovi strumenti finanziari, al momento con un tasso di rendimento stimato dell’1,5%.
Categorie di utilizzo dei proventi
Come riferito, i proventi ricavati da questa prima emissione di green bond verranno obbligatoriamente utilizzati per scopi ambientali. Nello specifico sono state individuate formalmente 6 categorie di uso dei proventi:
- Elettricità e calore rinnovabili
- Efficienza energetica
- Trasporti, quindi mobilità sostenibile
- Economia circolare e controllo e riduzione dell’inquinamento
- Protezione dell’ambiente
- Biodiversità e ricerca.
Nonostante l’elenco formale di questi obiettivi di utilizzo, secondo gli esperti di NN IP, circa il 90% del bond sarà destinato a trasporti, efficienza energetica e protezione dell’ambiente e della biodiversità.
In futuro però potrebbero esserci dei cambiamenti e certamente un ampliamento delle possibilità di acquisto di questi nuovi strumenti finanziari. Sembrano in definitiva avere un ottimo potenziale anche per piccoli e grandi risparmiatori, naturalmente se verranno inseriti in un piano esecutivo dello stato più organico.