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Donne di successo: la storia di Madam C.J. Walker. “Beware of imitation”.

madam c.j. walker - copertina

” So come far crescere i capelli, così come so far crescere il cotone. Ho costruito la mia fabbrica sul mio terreno. ” 

– Madam C.J. Walker 

La storia del business è costellata di vite sorprendenti, spesso drammatiche ma con un lieto fine, di uomini coraggiosi, ma anche di donne tenaci.

Una di queste è quella di Sarah Breedlove, meglio nota come Madam C.J. Walker.

Questa donna forte pare uscita da un romanzo motivazionale o da un film della vecchia Hollywood: di quelli con gli abiti ampi, in bianco e nero, oggi un po’ sbiaditi dal tempo ma ancora efficaci ed affascinanti.

La vita di quella che oggi viene ritenuta da molti la prima imprenditrice nera americana ebbe inizio in Louisiana, nel 1867, subito dopo il Proclama di Emancipazione rilasciato da Abramo Lincoln.

Ed emancipazione è proprio la parola chiave di tutto questo racconto.

Alle radici del successo: una giovinezza difficile.

L’America della seconda metà del 1800 non era un luogo amichevole e facile da abitare per una classe sociale emarginata come quella degli afro-americani.

L’abolizione della schiavitù in tutti i paesi membri degli Stati Uniti nel 1965, ad eccezione del Kentucky, aveva difatti liberato solo sulla carta questo gruppo di cittadini.

Le opportunità lavorative al di là della coltivazione del cotone erano scarse e non completamente ben viste dalla stragrande maggioranza dei benestanti del paese.

Come naturale in tale contesto, Sarah Breedlove nacque quindi in una famiglia povera di Delta (Louisiana), nel mezzo delle piantagioni di cotone, che rimasero sempre un indimenticabile ricordo, fonte di ispirazione.

Non poté studiare, se non autonomamente, a causa della chiusura, per mancanza di fondi statali, di tutte le scuole pubbliche della cittadina.

Rimasta orfana a 7 anni  a causa del colera dovette subire anche le molestie sessuali del cognato, compagno di una delle sorelle.

Sfuggì alle vessazioni sposandosi giovanissima, quattordicenne.

Il passaggio all’età adulta fu anch’esso costellato di dolori e difficoltà, come la morte del primo marito a soli 20 anni, che la lasciò vedova ed indigente con una bambina piccola di 2 anni ed il secondo matrimonio con un uomo dipendente dall’alcool e dal gioco.

Crescere, apprendere, rinascere: dalle piantagioni di cotone all’industria dei cosmetici.

Ma questa è una storia di successo, e come spesso accade i protagonisti di questi racconti riescono a rinascere dalle ceneri proprio grazie alla forza e alle risorse acquisite in anni di sofferenza.

“Senza certezza d’inferiorità manca la spinta a mettersi all’altezza” afferma Erri de Luca in un suo noto romanzo, ed è proprio quello che fece Sarah: iniziò a lottare per emanciparsi e raggiungere le vette per le quali la si conosce oggi.

Dopo la morte del primo marito, cominciò la propria rinascita trasferendosi nel Missouri, a St. Louis, dove si, dovette affrontare le nuove difficoltà generate dal secondo marito, ma dove ebbe anche l’idea geniale che la portò al successo.

Nel 1890 la Breedlove iniziò a perdere i capelli a causa di un’infezione al cuoio capelluto.

Un evento molto frequente nell’America di allora.

L’acqua corrente era un lusso per pochissimi e la rarità dei lavaggi determinava spessissimo la comparsa di patologie dermatologiche in tutti coloro che non potevano accedere alle più comuni forme di igiene personale.

Agli inizi del 1900, trasferitasi a Denver, ebbe l’impulso a trovare una risoluzione a questo problema.

I mezzi per farlo li acquistò grazie ad un lavoro come cuoca presso un farmacista e ad un impiego temporaneo presso Annie Malone, piccola imprenditrice e commerciante di cosmetici.

Da questi due importantissimi impieghi riuscì ad apprendere rudimenti di chimica e di vendita.

Nacque così, dopo numerosi tentativi fatti in autonomia, la formula del tonico per la ricrescita dei capelli che rese la Breedlove famosa in tutti gli Stati Uniti e molto oltre.

Da Sarah Breedlove al Madam C.J. Walker system of Beauty Culture.

L’incontro con il venditore di pubblicità Charles Joseph Walker fu la svolta che trasformò la Breedlove nella nota e rispettabile Madame C.J. Walker.

Grazie ai consigli del terzo marito, la donna iniziò a produrre e soprattutto a promuovere, con un sistema porta a porta che molto ricorda quelli moderni, il suo tonico per capelli a base di zolfo.

Lo slogan ? “Beware of imitation” – diffidate delle imitazioni.

In realtà di prodotti affini a quello della donna ce n’erano molti, dato che la formula chimica alla base del cosmetico era ben nota agli esperti già dal XVI secolo.

Ma era Sarah a trasformare in oro le proprie miscele, con una capacità commerciale invidiabile.

La fase porta a porta durò ben poco, e nel 1908 permise, dato il suo successo, a Madame C.J. Walker di aprire una scuola assolutamente innovativa per l’epoca: il Lelia College.

Al Lelia College si formavano hair culturist e Walker agents: in parole povere brand manager, rigorosamente donne, ed esperte della bellezza dei capelli.

Niente di più visionario di un ufficio risorse umane e di un centro di ricerca privato per la propria azienda.

Con questo sistema di gestione della propria attività Madame C.J. Walker riuscì ad espandersi a Cuba, Haiti, Panama, Costa Rica e naturalmente in buona parte degli Stati Uniti.

Incredibilmente, partendo dalla tenacia e da una buona idea, riuscì a raccogliere sotto la sua ala ben 200.000 lavoratrici afro-americane, risollevandone le sorti, in un’America che per molto tempo ancora sarebbe restata ostile non solo nei confronti dei cittadini di colore, ma anche delle donne.

Impegno sociale ed attività politica: altre armi di promozione vincenti.

Oggi non è infrequente vedere collaborare imprese for profit e organizzazioni non-profit per scopi comuni, solitamente utili ad entrambi gli stakeholders a promuovere se stessi ed a raggiungere obiettivi condivisi.

Agli inizi del ‘900, in un’epoca in cui la teoria non suggeriva questo genere di collaborazioni, Madame C.J. Walker già le mise in atto.

Forse a causa della propria esperienza giovanile, la donna si mostrò interessata ed attivissima in ambito socio-politico.

Supportò economicamente, e con la propria immagine, orfanotrofi, ospizi, case di cura ed associazioni, tra le quali spiccano la NNBL ( National Negro Business League) e la NACWC ( National Association of Colored Women Clubs).

Partecipò anche alla Silent Protest Parade, marcia di protesta organizzata in seguito ai disordini razziali di East St.Louis del 1917.

A 100 anni dalla morte di questa donna eccezionale vale la pena ricordarne la storia: un racconto ricco di spunti, anche strategici, ideati da quella che può essere considerata un’imprenditrice iconica.